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L’immagine che Alessandra Carloni ha ideato ispirandosi al quattordicesimo canto del Purgatorio rappresenta, in chiave simbolica, le figure degli invidiosi con cui Dante dialoga. Nel poema, questi peccatori sono descritti come spiriti che guardarono con malevolenza la felicità altrui, e sono descritti coperti dal cilicio, con gli occhi cuciti con il fil di ferro. Nella visione dell’artista, gli invidiosi sono raffigurati chini su se stessi sotto il peso della montagna, senza rivolgere lo sguardo a Dante, collocato in cima. Nella sua...
L’immagine che Alessandra Carloni ha ideato ispirandosi al quattordicesimo canto del Purgatorio rappresenta, in chiave simbolica, le figure degli invidiosi con cui Dante dialoga. Nel poema, questi peccatori sono descritti come spiriti che guardarono con malevolenza la felicità altrui, e sono descritti coperti dal cilicio, con gli occhi cuciti con il fil di ferro. Nella visione dell’artista, gli invidiosi sono raffigurati chini su se stessi sotto il peso della montagna, senza rivolgere lo sguardo a Dante, collocato in cima. Nella sua essenzialità e forza simbolica, l’opera di Alessandra Carloni comunica il peso della condanna divina e l’impossibilità del dialogo. Dal punto di vista formale, invece, l’immagine richiama il concetto del mondo portato sulle spalle degli elefanti e della tartaruga tratto dalla cosmologia hindu, così come evoca l’episodio mitologico di Atlante, il titano che porta il mondo sulle sue spalle.
Al momento l'opera non è disponibile per la spedizione. Resterà in esposizione fino al 16 gennaio 2022 presso il Museo Casa Gaia a Portobuffolè (Treviso) per la mostra DIVINA COMMEDIA. L'arte contemporanea rilegge Dante Alighieri. Puoi comunque preordinarla ora.
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