L’artista affronta la questione dell’immagine tra presentazione e rappresentazione della realtà, e sviluppa una ricerca che lo conduce all’immagine come fine e non come semplice mezzo. Le sue opere conservano la forza della realtà presente perché colgono l’energia intraducibile dell’evento, la sua visibilità è affidata ad una struttura informe dai colori accesi che conservano il gesto di chi li crea. Non è una copia della realtà, ma la realizzazione di un’icona che ha a che fare con l’irrappresentabile, con ciò che...
L’artista affronta la questione dell’immagine tra presentazione e rappresentazione della realtà, e sviluppa una ricerca che lo conduce all’immagine come fine e non come semplice mezzo. Le sue opere conservano la forza della realtà presente perché colgono l’energia intraducibile dell’evento, la sua visibilità è affidata ad una struttura informe dai colori accesi che conservano il gesto di chi li crea. Non è una copia della realtà, ma la realizzazione di un’icona che ha a che fare con l’irrappresentabile, con ciò che resta sempre altro rispetto ad ogni determinazione logica e oggettiva. Tutto nasce dal suo sguardo, che coglie l’intensità che accompagna il sorriso che non perdura. L’icona assimilata al quinto canto del Paradiso è la “porta regale”, come voleva Florenskij, attraverso la quale si manifesta l’invisibile e si trasfigura il visibile, comunicazione tra questo e l’altro mondo la cui natura si presenta sempre nell’essere chiusa e insieme aperta, opaca e insieme trasparente, vicina e insieme irraggiungibile.
Al momento l'opera non è disponibile per la spedizione. Resterà in esposizione fino al 16 gennaio 2022 presso il Museo Casa Gaia a Portobuffolè (Treviso) per la mostra DIVINA COMMEDIA. L'arte contemporanea rilegge Dante Alighieri. Puoi comunque preordinarla ora.
Ancora non ci sono recensioni.