Il libro ripercorre la storia dei tre lager presenti ad Heppenheim durante la Seconda guerra mondiale, sottocampi dei due famigerati campi di sterminio di Dachau e Natzweiler-Struthof. Si tratta di una storia mai studiata in Italia che scaturisce da ricerche inedite negli archivi tedeschi, rese possibili grazie alla disponibilità del Centro di documentazione di Dachau, dell’Archivio storico di Heppenheim e degli studiosi della città tedesca. Partendo dalla documentazione di Anadage Zerbini (prozio dell’autrice), un Internato Militare...
Il libro ripercorre la storia dei tre lager presenti ad Heppenheim durante la Seconda guerra mondiale, sottocampi dei due famigerati campi di sterminio di Dachau e Natzweiler-Struthof. Si tratta di una storia mai studiata in Italia che scaturisce da ricerche inedite negli archivi tedeschi, rese possibili grazie alla disponibilità del Centro di documentazione di Dachau, dell’Archivio storico di Heppenheim e degli studiosi della città tedesca. Partendo dalla documentazione di Anadage Zerbini (prozio dell’autrice), un Internato Militare Italiano (IMI) deportato e deceduto a Heppenheim, gli autori ricostruiscono la sconcertante trasformazione subita da questo splendido borgo medievale negli anni del Terzo Reich. Inoltre, per la prima volta viene documentata la storia dell’ex ospedale psichiatrico di Heppenheim, i cui malati – uomini, donne e bambini – vennero soppressi per fare posto ai prigionieri di guerra. Vi furono deportati anche un centinaio di IMI, tra i quali Anadage Zerbini: vennero uccisi o mutilati in questa clinica degli orrori all’interno del programma Aktion T4, usati come cavie di sperimentazioni mediche sull’eutanasia o di brutali amputazioni chirurgiche. Il volume, con una Prefazione a firma dell’illustre storica tedesca Gabriele Hammermann – responsabile del memoriale del campo di concentramento di Dachau – è stato realizzato con l’ANEI di Treviso grazie alle risorse del Fondo italo-tedesco per il Futuro, con il sostegno del Comune di Heppenheim, il riconoscimento dell’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania a Roma e del Ministero degli Affari Esteri della Germania.