Il volume, realizzato per l’ANEI di Treviso grazie alle risorse del Fondo italo-tedesco per il Futuro, con il riconoscimento dell’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania a Roma e il Ministero degli Affari Esteri della Germania, rappresenta un unicum nel panorama editoriale italiano: il libro, infatti, fa luce su una vicenda poco affrontata nelle pubblicazioni storiche italiane documentando il sacrificio degli IMI (Internati Militari Italiani), giovani soldati che dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 si rifiutarono di...
Il volume, realizzato per l’ANEI di Treviso grazie alle risorse del Fondo italo-tedesco per il Futuro, con il riconoscimento dell’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania a Roma e il Ministero degli Affari Esteri della Germania, rappresenta un unicum nel panorama editoriale italiano: il libro, infatti, fa luce su una vicenda poco affrontata nelle pubblicazioni storiche italiane documentando il sacrificio degli IMI (Internati Militari Italiani), giovani soldati che dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 si rifiutarono di passare alle truppe del Terzo Reich e vennero deportati nei lager nazisti come lavoratori forzati.
Grazie alla ricca documentazione fotografica resa disponibile dagli archivi federali tedeschi e all’archivio privato della famiglia di Elio Materassi – un IMI che visse il dramma della deportazione e riuscì a tornare vivo in Italia – gli autori approfondiscono il contesto storico che portò all’internamento di oltre 650.000 soldati italiani, concentrandosi in particolare sul lavoro forzato nel cantiere di costruzione del bunker Valentin, una colossale struttura in cemento armato nei pressi della città tedesca di Brema, nel quale si sarebbero dovuti assemblare sottomarini U-Boot di ultima generazione progettati dalla marina militare tedesca per contrastare gli attacchi angloamericani provenienti dal Mare del Nord, ma che in realtà non servì mai a tale scopo.
Per la costruzione di questo edificio mastodontico, intorno al cantiere del bunker venne creato un sito concentrazionario governato dal terrore, dalla violenza e dal lavoro forzato, con circa 12.000 prigionieri, tra cui 6.000 internati militari italiani: veri campi di morte che inghiottirono la vita di oltre 1.600 persone.
La riproduzione di documenti inediti e foto d’epoca, gli estratti dai diari dei sopravvissuti e la ricca Appendice storica fanno di questo libro la preziosa testimonianza di una pagina di storia ancora poco nota, ma di fondamentale importanza per un processo di conoscenza che conduca alla costruzione di una memoria consapevole e di un futuro di pace, e dalla quale emerge la strategia di sterminio perpetrata dai nazisti anche attraverso il lavoro coatto, vera e propria forma di annientamento della persona.