Gli avari sono distesi carponi sul pavimento della quinta balza, legati mani e piedi, fra lacrime e sospiri. I loro corpi si stagliano plastici e illuminati dalla grazia divina, poiché sono anime già salve, anche se espianti le loro male inclinazioni. Giosi Costan, però, non rappresenta il loro volto, poiché la cupidigia (il vizio deprecato continuamente da Dante nel corso del poema come radice di tutti i mali) li ha privati della dignità di uomini. Il fulcro della composizione è rappresentato da Virgilio e da Dante inginocchiato,...
Gli avari sono distesi carponi sul pavimento della quinta balza, legati mani e piedi, fra lacrime e sospiri. I loro corpi si stagliano plastici e illuminati dalla grazia divina, poiché sono anime già salve, anche se espianti le loro male inclinazioni. Giosi Costan, però, non rappresenta il loro volto, poiché la cupidigia (il vizio deprecato continuamente da Dante nel corso del poema come radice di tutti i mali) li ha privati della dignità di uomini. Il fulcro della composizione è rappresentato da Virgilio e da Dante inginocchiato, colti nell’atto di ascoltare l’anima di Ugo Capeto. Il fondatore della dinastia dei Capetingi spiega che di giorno gli avari cantano esempi di generosità e di notte casi emblematici di avarizia punita, infine lamenta la penosa decadenza morale della sua discendenza, corrotta proprio dalla cupidigia. Sullo sfondo, la superficie aspra e fosca della montagna crea con le figure umane uno di quei contrasti cromatici che caratterizzano l’arte della pittrice.
Al momento l'opera non è disponibile per la spedizione. Resterà in esposizione fino al 16 gennaio 2022 presso il Museo Casa Gaia a Portobuffolè (Treviso) per la mostra DIVINA COMMEDIA. L'arte contemporanea rilegge Dante Alighieri. Puoi comunque preordinarla ora.
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