In quest’opera Franco Beraldo fa propria la concezione dell’arte di Kandinskij intessuta della connessione di interiorità e astrazione: una componente importante di tale astrazione è il misticismo che costituisce il tratto essenziale di quest’opera in cui non c’è un significato manifesto dell’immagine. Esso è, invece, l’espressione di un contenuto interiore di per sé sacro perché totalmente personale, unico e vivo nell’istante, e che dura solo per un istante. L’artista rende il gesto ‘astratto’, manifesto di un...
In quest’opera Franco Beraldo fa propria la concezione dell’arte di Kandinskij intessuta della connessione di interiorità e astrazione: una componente importante di tale astrazione è il misticismo che costituisce il tratto essenziale di quest’opera in cui non c’è un significato manifesto dell’immagine. Esso è, invece, l’espressione di un contenuto interiore di per sé sacro perché totalmente personale, unico e vivo nell’istante, e che dura solo per un istante. L’artista rende il gesto ‘astratto’, manifesto di un evento, che fa risuonare il colore, il celeste, una virtù scesa dal cielo, frammento di infinito che Franco Beraldo beatifica. In conclusione, se in un primo momento l’artista ha infranto la totalità della narrazione dantesca sottolineandone solo alcuni frammenti, la composizione definitiva dell’opera tende non a ricomporla ma a presentarne il senso profondo, facendo risuonare il contenuto interiore con pochi singoli dettagli che posseggono, rispetto al mondo delle cose, una loro unità ontologica.
Al momento l'opera non è disponibile per la spedizione. Resterà in esposizione fino al 16 gennaio 2022 presso il Museo Casa Gaia a Portobuffolè (Treviso) per la mostra DIVINA COMMEDIA. L'arte contemporanea rilegge Dante Alighieri. Puoi comunque preordinarla ora.
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