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Un serpente imponente domina la composizione dell’opera che rappresenta il venticinquesimo canto dell’Inferno. L’artista sceglie di attorcigliarlo fra i rami di un albero, anche se esso non è menzionato nel canto, evocando così l’albero del bene e del male dal quale Adamo ed Eva colsero la famigerata mela. Nello stile della Carloni si può identificare un connubio tra l’Arte Metafisica e il Surrealismo; l’opera tratta di una macchina-serpente, un’idea che fa pensare anche a un’interpretazione artistica del concetto del...
Un serpente imponente domina la composizione dell’opera che rappresenta il venticinquesimo canto dell’Inferno. L’artista sceglie di attorcigliarlo fra i rami di un albero, anche se esso non è menzionato nel canto, evocando così l’albero del bene e del male dal quale Adamo ed Eva colsero la famigerata mela. Nello stile della Carloni si può identificare un connubio tra l’Arte Metafisica e il Surrealismo; l’opera tratta di una macchina-serpente, un’idea che fa pensare anche a un’interpretazione artistica del concetto del Steampunk ottocentesco, il genere di fantascienza che introduce una tecnologia anacronistica all’interno di un’ambientazione storica. Il serpente si apre in varie sezioni meccaniche, dalle quali escono le teste e parte dei corpi dei dannati, tra cui la figura del ladro Vanni Fucci. Dante e Virgilio osservano la scena con stupore, mentre uno dei dannati fuoriesce dalla bocca della bestia cercando salvezza.
Al momento l'opera non è disponibile per la spedizione. Resterà in esposizione fino al 16 gennaio 2022 presso il Museo Casa Gaia a Portobuffolè (Treviso) per la mostra DIVINA COMMEDIA. L'arte contemporanea rilegge Dante Alighieri. Puoi comunque preordinarla ora.
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